Ieri in Siria
Prima viene la Nascita del Bambino, a Natale, poi nel suo corteo seguono i martiri: Santo Stefano, Santi Innocenti e oggi San Thomas Becket.
Non è una contraddizione o un’infelice pensata di chi ha redatto il calendario liturgico. Questa sequenza di Nascita e martiri pone all’uomo una domanda radicale e – anche – scandalosa: “Chi può piangere e rallegrarsi nello stesso tempo, e per la stessa ragione?”
Le ultime parole di Thomas Becket prima del martirio, nella creazione di T.S. Eliot:
“Ora la strada mi è chiara; ora, il significato m’é ben evidente.
La tentazione, in questa maniera,
non potrà più venire a tormentarmi.
L’ultima tentazione è il più gran tradimento:
compiere una retta azione, per uno scopo sbagliato.
La naturale energia nel commettere i peccati veniali
è la via nella quale la nostra vita comincia.
Trent’anni or sono cercai tutte le strade
conducenti al piacere, all’onore, alla lode.
Cercai il diletto:
nel puro pensiero, nella scienza, nei sensi,
nella musica, nella filosofia, nella curiosità
…
Ma, quando il primo vigore s’è spento,
ecco l’ambizione s’avanza;
quando impariamo che, non tutte le cose
sono possibili, ormai: ecco l’ambizione
In avvertita che viene da tergo.
Sempre più cresce il peccato,
quanto più cerchi di fare il bene.
…
Io so: che la storia, in tutti i tempi,
trae le conseguenze più strane
dalle cause più remote e distanti.
E che, per ogni male, per ogni sacrilegio e delitto,
per ogni oppressione, per ogni colpo di scure,
per ogni indifferenza dinnanzi al male,
per ogni sfruttamento di uomini e popoli:
tu…e tu… e tu, dovrete essere,
tutti, puniti…
ed anche tu.
Io non agirò, né soffrirò più a lungo:
sul filo della spada s’avvicina la fine.
Ora, Angelo mio buono,
Angelo che Dio destina a essere mio celeste guardiano,
Angelo mio, librati
sulla punta della spada”.
(da Assassinio nella cattedrale)
