«Ora, se mi venisse chiesto quando e dove mi sono sentito più felice, potrei senz’altro dare delle risposte ovvie, che sono vere per me come per tutti voi: a qualche festa o ballo nel romantico periodo della gioventù, o dopo il successo ottenuto in qualche dibattito pubblico da giovane, o vedendo cose bellissime in posti esotici.
Ma è ancora più importante che io ricordi che sono stato intensamente e fantasiosamente felice nei più bizzarri dei posti, cioè in quelli più triviali: il cuore mi si è riempito del calore della vita stando in una fredda sala d’attesa di una qualche stazioncina sperduta. Mi sono sentito pienamente vivo stando a sedere su una panchina arrugginita sotto un triste lampione fuori da una bettola.
In breve, ho sentito sulla mia pelle la pura gioia dell’esistenza in luoghi che comunemente sarebbero definiti tristi quanto un fosso. E, detto per inciso, un fosso è forse triste? I biologi coi loro microscopi mi hanno insegnato che sono posti decisamente vivaci».G. K. Chesterton