Belìn!

 

Appa Sarzano

 

Appa Sarzano. Per me tutto comincia da questo appartamento di universitari affacciato su Genova. Città di mare, da cui simbolicamente m’imbarco anch’io. Cristoforo Colombo spintonami tu…

Fra circa un mese uscirà il mio libro, che s’intitola come questo blog. Una frase così, spudoratamente promozionale, mi suonerebbe già male se non fosse che ho visto, tra gli amici di Genova, cosa vuol poi concretamente dire mettersi a parlare di qualcosa che ho scritto io … ed è tutt’altro che un esercizio di vanità.

Questi intraprendenti ragazzi mi hanno invitato a presentare il suddetto libro, prima che sia uscito…essendo un gesto folle, mi è piaciuto. Ne è poi conseguito che ho avuto la possibilità di visitare Genova, le vie della città vecchia cantate da De André (…ora popolate da ecuadoregni e islamici, e in cui gli odori liguri si mescolano a quelli del kebab), le mille chiese e chiesette che spuntano ovunque in quei vicoli strettissimi, il porto. E poi, l’Appa Sarzano: la casa di questi 10 giovani studenti, il cui terrazzo abbraccia a 360° il panorama della città, spingendo l’occhio a vedere, oltre la Lanterna, fino a Ventimiglia.

Foto di guidosky
Foto di guidosky

È stato lì, circondata da ragazzi e ragazze ed esposta alla luce romantica del tramonto, che ogni timore e pensiero di vanità egoistica è scomparso. Mi sono sentita simile al signor Pickwick, quando comincia le sue avventure e sentenzia – più o meno – : “Bé, io potrei starmene a guardare il mondo dietro la mia finestra, e vedrei tutto ciò che mi passa sotto gli occhi. E, invece, per conoscerlo davvero, io ci mi ci butto in mezzo”. Su quel terrazzo, mi son sentita anch’io IN MEZZO (ai tetti della città, alle voci allegre dei giovani), forse ero proprio nel mezzo del cammin di NOSTRA vita.

In fondo è esattamente questo il messaggio che ho tentato di mettere per iscritto nel mio libro: uno non può risolvere il mistero e l’enigma della sua persona in solitudine, deve buttarsi in mezzo alla vivace realtà per “mettersi alla prova”. È questo il punto da cui Dante comincia, la vita è nostra eppure sono io che mi ritrovai; e da quel momento in poi comincia il suo viaggio, che è un immergersi tra migliaia di uomini. Per ritrovare la diritta via, Dante non fa yoga o non si mette a riflettere, si butta dentro l’umanità (le sue grida, le sue risate, gl’insulti, gli abbracci).

… e io sol uno
m’apparecchiava a sostener la guerra
sì del cammino e sì de la pietate

M’apparecchiava. Curioso, – e dicendo questo forse la mia credibilità accademica franerà rovinosamente… ma non è un problema – uno dei primi compiti domestici che affidiamo ai nostri figli è quello di aiutarci ad apparecchiare la tavola. Che sia forse l’unica grande cosa che dobbiamo insegnar loro? E imparare noi? Sì, perché etimologicamente il verbo “apparecchiare” significa “trovare a ogni cosa il suo pari, il suo simile”. Sei pronto a scendere in campo ogni giorno, nelle cose che devi e vuoi fare, sapendo che stai cercando il tuo pari, il tuo simile? E cosa puoi dire che sia pari e simile a ciò che c’è dentro la tua anima?

È un cammino di guerra, perché ti è simile – hai dentro – non solo il bello e il buono, ma anche il sordido. È, perciò, anche un cammino di pietà, perché la cosa più simile a noi e che desideriamo è qualcosa o qualcuno che ci ami e ci perdoni nella nostra intera conflittualità e bellezza.

Pensando a questo, mi è sembrato interessante il fatto che spenderò i prossimi mesi con lo zaino in spalle “a promuovere il mio libro”. In fondo, devo pensarlo come un mestiere domestico. Mi sto apparecchiando, sto mettendo ciò che sono sulla tavola della realtà. Chissà che ne verrà fuori… Belìn! …come dicono i miei amici genovesi…

Tavola
Foto di Ilaria

«Il limone già tagliato, i bicchieri puliti, la tovaglia di bucato; e la voglia di mangiare. Sono impaziente; mi guardo le mani, mi specchio ai vetri della finestra. nessuna stanza è bella come questa; e la mia anima è anche più gaia dell’aria: il limone, i bicchieri, i piatti sono belli perché miei. Il senso di averli e loro stessi sono una cosa sola. Ed è una sola realtà». Federigo Tozzi, da Bestie

 

 

 

3 commenti

  1. belin ormai l’appa sarzano è diventata un’istituzione XD. cmq grazie anna per essere venuta, devo ammettere di essermi sentito parecchio IN MEZZO anche io. grazie, perché la giornata passata insieme è stata davvero un regalo e una scoperta inaspettata.

    spero che tornerai a trovarci presto

    Giovanni

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