… per chi si è perso le puntate precedenti: #FACCIAmolo
La vita quotidiana mette a nostra disposizione figure meravigliose, a patto che noi sgraniamo bene gli occhi per vederle …
In questi casi lo scrittore, come me, si sente più che altro uno scrivano (che è fantastico!): non devi inventare nulla, ma solo tentare di restituire un briciolo della luminosa eccezionalità che hai incontrato.
Ecco. Ci provo.
Sala d’attesa fuori dal reparto di chirurgia, luogo strapieno di gente stanca, malata, preoccupata. Si aggiunge ai presenti una gentildonna anziana: capelli sale e pepe, curatissimi; occhiali e un velo di rossetto rosso. Inizia a parlare ad alta voce, ma senza esibizionismo…per sua indole spontanea. Dopo pochi minuti si è già informata su tutti quelli che sono lì, storie e preoccupazioni. Una donna più giovane si lamenta della lunga attesa, lei con una gentilezza robusta le dice: “Il nostro tempo ha perso una delle virtù più importanti, la pazienza. E noi siamo appunto qui … in ospedale … pazienti, in tutti i sensi”. Quando la situazione si fa incandescente (parenti che assalgono ogni infermiera e dottore che transita), ecco la gentildonna sfoderare un’altra perla degna di un romanzo; scuote il capo, quasi infastidita da quel putiferio di parole e persone, ed esclama tra sé e sé. “Io sono mitteleuropea: chiarezza, ordine e semplicità”. Dopodiché l’argomento si sposta su quale cappello sia più opportuno indossare in inverno, per riscaldarsi senza rinunciare all’eleganza.
Eccoci qua, noi. Piccole grandi storie che s’incrociano.