
“Scorrono gli anni, volano i mesi e i giorni.
Ti svegli una mattina e pare che sia finito un altro anno, ma è soltanto un nuovo giorno“
Marc Chagall
Ultimo giorno dell’anno. Sarà che è tempo di bilanci per tutti, ma stamattina il mio vecchio e insostituibile pc ha deciso di risolvere i suoi problemi riassestandosi completamente … e cominciando a fare operazioni strane, durante le quali sono comparse scritte allarmanti tipo “i dati andranno perduti” … ecc ecc.
Per un buon quarto d’ora, ho guardato lo schermo nero con un trattino lampeggiante, sperando fortemente che comparisse la solita vecchia schermata che conosco, in cui sono custoditi i documenti preziosi che stanno solo lì. E nella mia testa sentivo la voce di mio marito che mi diceva, come sempre: “Tu devi ricordarti di fare il backup!“.
Nell’attesa di vedere come andava a finire, mi sono detta che se uno strumento meccanico stava facendo il suo lavaggio del cervello elettronico di fine anno, forse io potevo adoperarmi in un piccolo e salutare esame di coscienza. Com’è andata quest’anno? Come andrà da domani?
Ecco, mi è venuto in mente un episodio semplice, capitatomi poco tempo fa. Una bella domenica mattina, mi sono svegliata tardi, dopo una salutare dormita (che ci voleva proprio). Facendo la colazione, ho guardato i miei figli che giocavano felici sul tappeto della sala, dal bagno sentivo il rumore della macchinetta con cui mio marito stava facendosi la barba e da fuori una tersa luce di sole novembrino illuminava la scena. Mi sono detta, di scatto: “Sono a posto. Siamo tutti qui, vicini e felici. La vita mi ha dato tutto”. Insomma, da un certo punto di vista era un pensiero bello; perché considerando tutte le difficoltà del passato, mi trovavo a ringraziare di ciò che avevo per le mani, pensando che stringere i denti e piangere aveva portato frutto. Un frutto semplice e meraviglioso; una famiglia serena, la domenica mattina.
Ma quali sogni di chissà-quali-traguardi o successi? – mi dicevo. In fondo, la pienezza di vita la si può respirare in un attimo di gratitudine sincera, mentre si gode di ciò che c’è … e avrebbe anche potuto non esserci. Ripeto, tutta questa riflessione era una cosa buona, ma poi si è insinuato un pensiero più infido. Ricordo di aver pensato che, in fondo, tutto per me poteva finire così, quella bella domenica mattina. E mi sono chiesta perché mi venisse dato altro tempo da vivere oltre quel meraviglioso momento.
Pigrizia, ecco la tentazione che bussa alla porta. Sarebbe facile, se fosse così. Sarebbe facile poter mettere in pausa il video della vita in un raro momento di grata felicità. Pochi giorni dopo quella mattina, altre piccole battaglie hanno richiesto la mia attenzione. Problemi di salute di mia madre, incomprensioni col marito, incerte e cupe prospettive di lavoro. Tutto è precipitato nella solita lotta del vivere.
Adesso, senza tanta saccenza, ma solo come ipotesi da verificare, oserei dire che la piccola lezione che ho imparato da questo fatto è che c’è qualcosa di meglio della felicità appagata ed è la tempra della battaglia. Una volta che hai visto che c’è qualcosa di bello nel tuo piccolo ritaglio di vita, la vita ti chiede di difenderlo. Accorgersi di amare qualcosa è commovente e desta stupore; mettersi a difenderlo con tenacia (ma anche coi nostri soliti malumori) nelle penombre di ogni incerta giornata è la prova e l’avventura che l’amore si merita da noi, per essere difeso … cioè riconosciuto, anche in mezzo al pantano.
Si dice: “anno nuovo, vita nuova”. Ed è giusto. Ma non perché dobbiamo lasciarci tutto alle spalle e cominciare da capo, bensì perché l’unico modo sincero di stare di fronte alla vita è di trattarla da cosa viva, cioè nuova di istante in istante. Anche ciò che è consolidato e al sicuro nel nostro cuore deve patire il fuoco della novità, cioè vincere l’attrito del dare-per-scontato. Mi è dato altro tempo, oltre quel meraviglioso momento, e devo ringraziarne. Innanzitutto. Mi è dato altro tempo, perché sono un soldato e non un pigro operaio.
Chesterton disse: “La vera saggezza dovrebbe contare sull’imprevisto”. Non è davvero saggio chi ha capito tutto, ma chi è pronto ad affrontare ogni variabile imprevisto accadrà, per mettere alla prova ciò che ha capito. E a quel punto, o guarderà con occhi nuovi ciò che già credeva di sapere, o dovrà coraggiosamente abbandonare le sue certezze e mettersi alla ricerca di qualcosa di più vero.
Eccomi infine di fronte alla mia cara vecchia schermata del pc, ritrovata come l’avevo lasciata. Eppure mi sembra nuova e più amabile, perché per un quarto d’ora ho temuto di perderla. Se questo è vero per un attrezzo meccanico, figuriamoci se non lo è per i nostri affetti. Amare è bello, ma avere un tempo incerto e instabile (a volte anche drammatico) per poter e voler difendere le cose amate è un privilegio, un dono.
Grazie per le ottime riflessioni e i numerosi spunti. E comunque… buon anno a te e alla tua famiglia. Alfredo Mori di BresciaP.S. hO RILANCIATO i tuoi commenti a L’uomo che fu Giovedì su un giornaletto locale che esce quando può. Naturalmente ho segnalato sia il nome dell’autrice che il nome del tuo blog. Grazie.
Grazie! Puoi prendere e usare a man bassa tutto quello che ritieni utile 🙂