Villa con giardino, affittasi in comodato gratuito – no perditempo.

20150808_121322Sono stata in Provenza al mare con la mia famiglia; e questo è un motivo sufficiente per essere grati. Siamo stati sulle spiagge in cui Antoine de Saint Exupéry scrisse Il piccolo principe. Seppure anch’io mi diletti a scrivere, non ho sentito nessuna ansia da prestazione trovandomi in questo tal luogo, perché il capolavoro in questione è così inarrivabile da rendere comunque ogni tentativo nient’altro che uno scarabocchio.

Racconterò, dunque, qualcosa di molto semplice. La terrazza della casa che abbiamo affittato si affacciava sul mare (altro ottimo motivo di cui essere grati), ma si affacciava anche su una bella villa di color rosa pastello, perfettamente intonata con l’azzurro del mare che la circondava. Io e i miei figli l’abbiamo osservata attentamente perché ci attirava tantissimo: è una casa con un suo accesso privato al mare, un giardino curatissimo di arbusti fioriti di ogni colore e una piscina, anch’essa a sfioro sul mare. Per un paio di giorni è rimasta disabitata e questo ci ha permesso di fantasticare un po’ sull’ipotetico proprietario, con tanto di sospiri tipo “…ah, se io avessi una piscina così!”, oppure “…pensa che bello tuffarsi in mare senza neppure dovere uscir di casa!”.20150807_181718

Poi, una mattina, abbiamo visto delle auto parcheggiate nel posteggio. A quel punto – da veri impiccioni – la curiosità è cresciuta, ma nonostante sguardi attenti e sbirciate furtive, nessuno si vedeva dentro o fuori dalla casa. Solo quando abbiamo smesso di sbirciare, una sera, al tramonto, ecco… proprio a bordo piscina è comparso un vecchio curvo, col bastone e anche claudicante. È rimasto lì a fissare il mare per un po’ poi è scomparso tra le fronde del suo giardino. Il mattino successivo è ricomparso. Camminando a passi faticosi e con un paio di cesoie molto grandi si è messo a potare le piante, in una zona del giardino attigua alla strada. Non l’abbiamo più rivisto fino al mattino successivo, quando ha ripetuto esattamente la stessa attività del giorno precedente.

La privacy è una cosa sacra e, per fortuna, il nostro sguardo indiscreto poteva spaziare in ritagli molto ristretti di quella proprietà; quindi ne deduco che la vita umana della casa fosse molto più vivace (e privata) di quel poco che si mostrava ai nostri occhi. Ma certo è stato curioso vedere questa bellissima villa, predisposta per una vacanza da sogno, e vederla – dal nostro punto di vista – abitata solo da un anziano sfuggente e intento solo a pulizie e giardinaggio. Pareva una contraddizione. Perché quel vecchio non sfruttava nulla degli agi di quella dimora.

Ecco quali erano i nostri pensieri invidiosi, e banali. Poi, una mattina, inaspettatamente ci ha raggiunti una notizia che non avremmo voluto sentire: Raffaella, la mamma di un compagno della scuola materna di mio figlio, è morta. Sapevamo della sua lunga e difficile malattia, ma tenacemente ci aggrappavamo alla speranza … una speranza del tutto terrena, è vero, e quindi forse incompleta. All’inizio mi è parso assurdo conciliare le cose: la nostra serena vacanza di famiglia al mare e il pensiero di un’altra famiglia ferita nel profondo. Col pianto negli occhi e nel cuore, mi sono ritrovata a rimuginare su un groviglio di pensieri inestricabili e con gli occhi fissi su quella bella villa rosa. E, solo allora, l’ho vista con occhi diversi. Ho capito. Oddio, forse ho solo intuito qualcosa.

Se ci fossero vite fortunate e vite sfortunate sarebbe una vera ingiustizia. Se ci fossero privilegiati e derelitti sarebbe una ben amara condizione. In realtà, c’è per tutti una casa, circondata da un giardino di eventi. C’è anche un vecchio giardiniere che, silenzioso e quasi sfuggente, l’ha preparata e la cura per noi. Ce la offre gratuitamente. Nascendo, ci troviamo ad abitare le stanze di una casa che non abbiamo costruito noi; e il giardiniere, che l’ha costruita, non la abita, ma la sorveglia solamente. Da lontano. È attento, ma schivo. Lui ha imbastito una scena, lasciando a noi di esserne protagonisti. Cosa sia mozzafiato, meraviglioso, imperdibile, amabile … spetta a noi deciderlo. Ogni casa ha spazi ariosi, ma anche cantine o rispostigli bui. Insomma, ogni casa è una villa, cioè offre – per il tempo che ci è dato da abitarla – lo spazio e il contesto adeguato per trovare noi stessi fino in fondo.

IMG_20150805_205731È proprio la presenza del giardiniere, schivo e silenzioso, a vincere la tentazione dell’ingiustizia. Perché se lui si è curato di costruire qualcosa di adatto a noi e, anche mentre ci abitiamo, non smette (sebbene sia quasi invisibile) di potare, spazzare e annaffiare, può forse essere che si curi di qualcosa di cattivo per chi ci abita?

Una piscina è facile da capire e da amare: fa pensare a spensieratezza e vacanza. La vita ospita zone di una felicità facile da apprezzare; momenti di gioia trascorsi in luoghi belli e con amici speciali. Una cantina buia è meno appetibile, ma ugualmente indispensabile: perché è sempre dal basso e nel buio che la nostra memoria e la nostra coscienza si nutrono di cibo indispensabile. In cantina stanno le scorte e le cose vecchie. Il buio del dolore può essere questa zona apparentemente poco piacevole, che però tiene in piedi il resto della casa: è al buio che si decide a cosa affidarsi sul serio.

Il giardiniere non è un imbroglione, ogni stanza di casa l’ha pensata per noi e non per freagarci.

Il giardiniere pone una condizione per i suoi affittuari: non accetta perditempo. Anzi, li accetta, ma se ne rammarica. Il tempo infatti è poco, per tutti, anche per quelli che campano cent’anni. Per tutti la vita è una casa in affitto, una locazione temporanea. E la brevità del tempo è la chiave di tutto: è la sola percezione che può aiutarci a disappannare la vista. Solo sapendo che, presto, lasceremo questo luogo possiamo impegnare il nostro affetto e la nostra volontà a decidere su cosa e su chi investire il nostro amore e le nostre energie. Davvero vogliamo solo starcene a galleggiare in piscina? Davvero vogliano solo sonnecchiare sulla sdraio nel terrazzo?

2 commenti

  1. Il giardiniere..custode amante di radici, arbusti, fiori e frutti. Memoria vivace dei loro sentimenti, e maestro e padre, pur claudicante, che le lame amorevoli delle cesoie rendono Maestro e Padre. “..lo pota, perché porti frutto..”. Raffaella: frutto dorato, che ci ha raggiunto, inun giorno dolcissimo, perché anche noi ci gua
    dagnssimo non “…il colore del grano, ma il profumo delle Stelle…”; e per poterle rimirar, in quel Giorno dorato

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